Cerimoniale e paludamenti
Il cerimoniale dell’Investitura trae origine dall’antico rito medievale in cui venivano concessi i feudi ai vassalli o il titolo ai futuri cavalieri:
generalmente veniva svolta in una chiesa o in un castello, ma vi sono stati episodi in cui si venisse armati cavalieri addirittura sul campo di battaglia .
La cerimonia era una cosa molto solenne che prevedeva regole ben precise.
La sera prima della cerimonia, il futuro feudatario doveva digiunare, confessarsi e trascorrere la “veglia delle armi”, cioè doveva passare la notte in orazione.
La concessione vera e propria del feudo avveniva nel corso di una solenne cerimonia, detta appunto investitura, che comprendeva tre momenti: l’atto di sottomissione (chiamato omaggio), il giuramento di fedeltà e la concessione del feudo. La cerimonia iniziava con la celebrazione dell’Eucaristia, il sacerdote molto spesso usava passarsi tra le mani un “globo” d’oro pieno di acqua calda, questo per mantenere le mani ben calde e reattive, per poter maneggiare al meglio gli oggetti eucaristici. Proseguiva poi ricordando al cavaliere gli obblighi che stava per assumere e benedicendo le armi che gli sarebbero poi state consegnate. A questo punto seguivano i classici atti dell’investitura.
L’omaggio era seguito dal giuramento di fedeltà, che fin dal tempo di Carlo Magno il vassallo pronunciava tenendo la mano destra su un oggetto sacro. Per mezzo del giuramento religioso il patto di vassallaggio acquistava un carattere sacro che lo poneva al di sopra di tutti gli altri legami, compresi quelli familiari.
Secondo un uso antico, il signore consegnava al vassallo al momento dell’investitura un oggetto simbolico che rappresentava il feudo. Con ciò si assumeva l’obbligo di proteggere il vassallo. Il vassallo, da parte sua, si impegnava a dare al signore consiglio e aiuto. Il “consiglio” significava l’obbligo di prender parte alle assemblee convocate dal signore; l’”aiuto” voleva dire che egli doveva combattere per il suo signore.
Il cavaliere doveva seguire regole ben precise, destinate a difendere il suo onore e quello del signore. Gli obblighi morali imposti al cavaliere mettono bene in luce il valore di questa istituzione. Essi sono: combattere per la fede, essere sottomesso al feudatario, mantenersi fedele alla parola data, proteggere i deboli, le vedove e gli orfani, combattere l'ingiustizia.
Deve essere "puro di cuore, sano di corpo, generoso, dolce, umile e poco chiacchierone". In lui sono presenti le due massime qualità morali richieste ai nobili dell'epoca: coraggio e generosità.
Il Paludamento
Il Collare
Il Tricorno
Il distintivo