L'ambasciata
MAZZORBO: quest'isola, abitata da qualche centinaio di persone è collegata a Burano tramite un lungo ponte di legno e quasi tutti la considerano come parte di quest'ultima. In realtà "Maiurbium" - questo è il suo nome latino - significa "città maggiore" proprio per l'importante ruolo commerciale che un tempo quest'isola rivestiva. Sebbene assai più stretta di quanto lo sia oggi, contava ben cinque parrocchie e cinque monasteri: notare che i monasteri della laguna raramente erano piccole strutture periferiche ma spesso grossi complessi che provvedevano all'educazione dei figli dei nobili e patrizi veneziani; allo stesso modo erano custodi di opere di artisti di prim'ordine, quali Paolo Veronese.
Parrocchie: San Pietro- San Bartolomeo- Sant'Angelo-Santo Stefano- Santi Cosma e Damiano
Monasteri: Santa Eufemia- Santa Maria Valverde- San Maffio (Matteo)- S.Maria delle Grazie- Santa Caterina
Sebbene i monasteri ed i palazzi non abbiano resistito al tempo ed all'opera dell'uomo (vedi Napoleone Bonaparte), qualcosa si è salvato: la chiesa di S.Caterina (romano-gotica del XIV secolo) ed alcune case in stile gotico allineate lungo il canale principale. Una piccola curiosità: il campanile della chiesa ospita quella che è la più antica campana della laguna, datata 1318. L'isola - salvata dall'abbandono - ospita ora strutture private, sportive e giardini; la maggior parte è invece coltivata.
SEDE:
L’Ambasciata Italiana della Confrérie des Chevaliers de l’Huître de Bretagne ha sede a Venezia, , nobile città di mare i cui fasti di Repubblica Marinara si legano indissolubilmente alla storia francese ed in particolar modo alla tradizione della cucina di mare. In particolare si trova nell’affascinante Isola di Mazzorbo, nella tenuta Scarpa-Volo, denominata “ Venissa” ( nome ripreso da una poesia di Andrea Zanzotto) , ospitata da Terre di Venezia ; la struttura originaria era un'abbazia dove allo studio dei testi sacri si affiancava la produzione di ortaggi e vini , oltre all'allevamento ittico.
Oggi dopo anni di ricerche è stata interamente recuperata l'antica vigna murata, dove è stata reimpiantata la Dorona, storico vitigno veneziano a bacca bianca risalente al 1400, che entro il 2011 produrrà circa 8mila bottiglie. Inoltre trovano spazio una piccola struttura ricettiva composta da 6 camere, un ristorante, un centro di formazione, educazione e ricerca agroambientale, un orto dedicato alla coltivazione di specialità tutte veneziane , una peschiera con tipici pesci ed un punto di ormeggio per imbarcazioni da diporto.